Caso del seminario del 12 10 2019
La solitudine nella famiglia. Dove ci siamo persi?
Leonardo 44 anni e Caterina 42 , sono
sposati con due figli ,Mauro di 16 anni e Fabrizio di 14. Leonardo è biologo
,mentre Caterina è programmatrice informatica e lavora presso un’azienda di
Import –Export. Arrivano in consultorio
per volontà di entrambi anche se Leonardo al primo colloquio spiega che è stato
lui in qualche modo a “trascinare” la moglie. Leonardo infatti si lamenta del
fatto che quando è con Caterina in casa lei trascorre molto tempo davanti al
computer dando anche un cattivo esempio ai loro due figli che a loro volta
trascorrono gran parte del tempo collegati ai social. Leonardo esprime il suo disagio per la
mancanza di tempo che hanno per parlare, scambiare opinioni fra loro, perché
questo a suo parere determina una distanza anche affettiva ed emotiva fra tutti
i componenti della famiglia. Lui attribuisce la responsabilità alla moglie che
non fa nulla per confrontare i figli relativamente al loro atteggiamento ma, in
qualche modo con il suo comportamento” stando anche lei molto tempo al
computer” legittima Mauro e Fabrizio i
quali a loro volta si difendono dicendo che comunque studiano, vanno in
palestra ed è normale che nel tempo libero utilizzino telefonino, computer ,per
avere sia contatti con gli amici che per fare giochi vari. Caterina considera
l’atteggiamento d i Leonardo persecutorio sia nei confronti dei ragazzi che suo
,ma Leonardo insiste sul clima di apatia
che si è venuto a creare in casa per la mancanza di dialogo e condivisione
.Testualmente dice: “La famiglia ha subito una sorta di inaridimento ”Tra
l’altro tutte le volte in cui da parte di Leonardo e più raramente di Caterina
ci sono richiami verso i ragazzi per l’uso dei cellulari, la reazione di questi
è di insofferenza e fastidio. Leonardo soffre molto di questa condizione e
questa sua perdita di ruolo, non si sente supportato da Caterina che lo definisce
esagerato e allarmista. Quando Caterina dice che “ormai tutti navigano ”Leonardo
quasi perde le staffe parlando di vera e propria dipendenza di tutti e tre ,moglie
e figli. La richiesta di aiuto è diversificata, mentre Leonardo chiede quale
potrebbe essere il percorso adatto per ripristinare una situazione più sana, un
clima più centrato sul dialogo, Caterina chiede più comprensione ,sia per lei
(specificando che usa il computer alcune volte a casa anche per lavoro) sia per
i ragazzi che lei considera bravi ragazzi perché educati e che vanno bene a
scuola…
I consulenti cosa ne pensano ?
Il caso è tratto dalla rivista “ Il consulente familiare
“ Anno XXX Aprile – Giugno 2019.
RESOCONTO DEL GRUPPO 1 L.VANNINI
Nel gruppo abbiamo evidenziato la difficoltà a
spostarci dalla situazione seguita nel
video al caso proposto.
La situazione esposta ci è sembrata poco coinvolgente
perchè solo letta e questo porta a
mettere in moto il razionale rischiando anche senza volere di essere giudicanti : proprio perché non siamo presenti alla
situazione ci si ritrova ad avere un ruolo normativo ,un altro partecipante ha detto che provato noia, sembra
una situazione banale, ma una partecipante , che pure aveva già
lavorato su questa situazione perché presente a Salerno , ha detto che si era
sentita molto coinvolta perché rivedeva la situazione della famiglia di suo
figlio anche se rovesciata.
Abbiamo cerca to di definire per chi sentivamo maggiore empatia : alcuni hanno
detto il marito, altri la moglie, altri i figli perché sono visti come
soli(..sono buoni ragazzi educati che vanno bene a scuola e fanno sport ma..)
Al quarto quesito è stato risposto che ci sentivamo
competenti perché è un caso che il consulente familiare può affrontare: si
tratta infatti di un conflitto di coppia: i due portano domande diverse ,e
sembrano venire a chiedere chi ha ragione. Stanno facendo un
fronteggiamento lei lo accusa essere prepotente, lui la accusa
di essere apatica di fronte a questa situazione -Lui chiede maggiore
condivisione una relazione familiare più sana, lei maggiore comprensione In realtà
sembrano 2 modi per poter esaudire il bisogno di riconoscimento e anche
almeno da una parte per arrivare a riconoscere
il tempo di coppia.
Sembra indispensabile aiutarli a definire una richiesta
comune
Chiedere Che tipo di aiuto vi aspettate dal consultorio ?
Aiutarli a chiarire la loro comunicazione chiedendo a lei di definire cosa intende quando parla di “ persecutorio del marito “
e a lui in
merito alla perdita di ruolo qual’è la sua visione del ruolo del genitore e del
marito …
Chiedere a lui cosa intende per famiglia infertile e invitarli a tornare con la mente e il cuore quando la loro coppia/famiglia non era
infertile , cosa c’è nella loro realtà
di coppia oggi.. qualcuno suggerisce la domanda : a letto come va? Altri sono
d’accordo nell’esplorare questo aspetto ma con approccio più soft . ci sono gesti
affettuosi fra voi’ ?..
Qualcuno rifacendosi alla relazione Intini: l’amore richiede anche decisione. Pertanto domandare: cosa volete fare della vostra coppia . Come siete
arrivati a questa situazione ..
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