sabato 2 novembre 2019

IL CASO ESAMINATO


Caso del seminario del 12 10 2019
La solitudine nella famiglia.  Dove ci siamo persi?
Leonardo 44 anni e Caterina 42 , sono sposati con due figli ,Mauro di 16 anni e Fabrizio di 14. Leonardo è biologo ,mentre Caterina è programmatrice informatica e lavora presso un’azienda di Import –Export.  Arrivano in consultorio per volontà di entrambi anche se Leonardo al primo colloquio spiega che è stato lui in qualche modo a “trascinare” la moglie. Leonardo infatti si lamenta del fatto che quando è con Caterina in casa lei trascorre molto tempo davanti al computer dando anche un cattivo esempio ai loro due figli che a loro volta trascorrono gran parte del tempo collegati ai social.  Leonardo esprime il suo disagio per la mancanza di tempo che hanno per parlare, scambiare opinioni fra loro, perché questo a suo parere determina una distanza anche affettiva ed emotiva fra tutti i componenti della famiglia. Lui attribuisce la responsabilità alla moglie che non fa nulla per confrontare i figli relativamente al loro atteggiamento ma, in qualche modo con il suo comportamento” stando anche lei molto tempo al computer” legittima Mauro  e Fabrizio i quali a loro volta si difendono dicendo che comunque studiano, vanno in palestra ed è normale che nel tempo libero utilizzino telefonino, computer ,per avere sia contatti con gli amici che per fare giochi vari. Caterina considera l’atteggiamento d i Leonardo persecutorio sia nei confronti dei ragazzi che suo ,ma Leonardo insiste sul clima  di apatia che si è venuto a creare in casa per la mancanza di dialogo e condivisione .Testualmente dice: “La famiglia ha subito una sorta di inaridimento ”Tra l’altro tutte le volte in cui da parte di Leonardo e più raramente di Caterina ci sono richiami verso i ragazzi per l’uso dei cellulari, la reazione di questi è di insofferenza e fastidio. Leonardo soffre molto di questa condizione e questa sua perdita di ruolo, non si sente supportato da Caterina che lo definisce esagerato e allarmista. Quando Caterina dice che “ormai tutti navigano ”Leonardo quasi perde le staffe parlando di vera e propria dipendenza di tutti e tre ,moglie e figli. La richiesta di aiuto è diversificata, mentre Leonardo chiede quale potrebbe essere il percorso adatto per ripristinare una situazione più sana, un clima più centrato sul dialogo, Caterina chiede più comprensione ,sia per lei (specificando che usa il computer alcune volte a casa anche per lavoro) sia per i ragazzi che lei considera bravi ragazzi perché educati e che vanno bene a scuola…
I consulenti cosa ne pensano ?
Il caso è tratto dalla rivista “ Il consulente familiare “  Anno XXX  Aprile – Giugno 2019.






RESOCONTO DEL GRUPPO 1 L.VANNINI
Nel gruppo abbiamo evidenziato la difficoltà a spostarci   dalla situazione seguita nel video al caso proposto.
La situazione esposta ci è sembrata poco coinvolgente perchè solo letta  e questo porta a mettere in moto il razionale rischiando anche senza volere  di essere giudicanti  : proprio perché non siamo presenti alla situazione ci si ritrova ad avere un ruolo normativo ,un altro  partecipante ha detto che provato noia, sembra una situazione   banale, ma  una partecipante , che pure aveva già lavorato su questa situazione perché presente a Salerno , ha detto che si era sentita molto coinvolta perché rivedeva la situazione della famiglia di suo figlio  anche se rovesciata.
 Abbiamo  cerca to di definire per chi  sentivamo maggiore empatia : alcuni hanno detto il marito, altri la moglie, altri i figli perché sono visti come soli(..sono buoni ragazzi educati che vanno bene a scuola e fanno sport ma..)
Al quarto quesito è stato risposto che ci sentivamo competenti perché è un caso che il consulente familiare può affrontare: si tratta infatti di un conflitto di coppia: i due portano domande diverse ,e sembrano venire a chiedere chi ha ragione. Stanno facendo un fronteggiamento  lei lo accusa  essere prepotente, lui la  accusa  di essere apatica di fronte a questa situazione -Lui chiede maggiore condivisione una relazione familiare più sana, lei maggiore comprensione  In realtà  sembrano 2 modi per poter esaudire il bisogno di riconoscimento e anche almeno  da una parte per arrivare a riconoscere il tempo di coppia.
Sembra indispensabile aiutarli a definire una richiesta comune 
Chiedere Che tipo di aiuto vi aspettate dal consultorio ?
Aiutarli a  chiarire la loro comunicazione  chiedendo a lei di  definire cosa intende  quando parla di “ persecutorio   del marito “  e    a lui in merito alla perdita di ruolo qual’è la sua visione del ruolo del genitore e del marito 
Chiedere a lui cosa intende per famiglia infertile   e invitarli a tornare  con la mente e il cuore  quando la loro coppia/famiglia non era infertile ,  cosa c’è nella loro realtà di coppia oggi.. qualcuno suggerisce la domanda : a letto come va? Altri sono d’accordo nell’esplorare questo aspetto ma con approccio più soft . ci sono gesti affettuosi  fra voi’ ?..
Qualcuno rifacendosi alla relazione Intini: l’amore richiede anche decisione. Pertanto domandare: cosa volete fare della vostra coppia . Come siete arrivati a questa situazione ..

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