LABORATORI DEL POMERIGGIO
Sulla
base di un fatto di cronaca relativo all’esistenza di un sito internet, che
possiede un data base in cui si possono trovare foto e video pornografici di
ragazzi/e e bambini/e in pose equivoche, e che si chiama: Bibbia 3.0, viene
presentato un video tratto da Fanpage.it, sito di approfondimento e denuncia, in
cui viene mostrata la testimonianza di una ragazza che si è trovata, suo
malgrado, con le sue foto pubblicate su questo sito, messe a sue insaputa dall’ex
fidanzatino.
A
seguire, dopo la divisione in gruppi, viene presentato un caso (reale) su
questo tema.
Vengono
in consultorio 2 genitori di 44M e 40F con un problema relativo ai figli di 15
anni m e 12 anni F. Si sono accorti che
il ragazzo stava in continuazione sullo smartphone invece di uscire, fare compiti etc.. e
riceveva continue chiamate da compagni, amici e alle volte da sconosciuti. Lui
aveva un fare misterioso si isolava quando parlava a telefono e lo hanno sentito parlare di prezzi e di
euro.
Temendo che si fosse
impelagato in un gir o di droga, con uno stratagemma hanno controllato il
telefono del figlio mentre dormiva.
Accendendolo hanno
scoperto che vi erano centinaia di foto di compagne di scuola e di amiche, in
pose osè o mentre erano al bagno della scuola.
Sconvolti da ciò,
hanno confrontato il figlio il giorno dopo, avendo una discussione molto
accesa, in cui il figlio ha dichiarato di non fare nulla di male e che oggi è
tutto permesso.
Lo hanno messo in
punizione,
Angosciati chiedono
aiuto per sapere come muoversi.
Il
lavoro di gruppo si è svolto in un clima
di impegno e interesse da parte dei presenti. I gruppi si sono costituiti
secondo una pluriprofessionalità come nelle equipe consultoriali. Al termine in
assemblea si sono condivisi le seguenti riflessioni sulla base degli stimoli
proposti.
Prima domanda : Come ti sei sentito nell’ Ascolto attivo dei
casi? Qualcosa ti ha creato risonanza o imbarazzo? Sono stati evidenziati: lo stupore di fronte a una realtà
inaspettata e imprevedibile, il contrasto di avere davanti la vita di un
ragazzino e l’oggettiva realtà di un problema molto più grosso di lui (in cui
si è messo forse solo per leggerezza), la percezione di inadeguatezza, impotenza,
solitudine, la risonanza con la situazione dei propri figli adolescenti, la presa
di consapevolezza di valori diversi, tenerezza.
Quale emozione si è mossa dentro di te? Sono emerse: paura,
rabbia, dispiacere, smarrimento, compassione per il ragazzo, partecipazione
empatica al dolore dei genitori, tenerezza.
Che tipo di problema ritieni che sia stato portato in consulenza: la richiesta di un
sostegno alla genitorialità, il senso di impotenza per cui i genitori chiedono
di essere accompagnati a scoprire una comunicazione intergenerazionale
efficace, un disorientamento verso una dipendenza da internet e sesso da loro non sospettato.
Viene evidenziato che forse la domanda nascosta potrebbe essere: che tipo di
coppia genitoriale siamo se nostro figlio è cosi… cosa ci può essere sotto un comportamento per
loro imprevedibile e inaccettabile.. portata anche forse la speranza in una bacchetta
magica.
Su quale risorsa il
consulente può contare per affrontare il problema portato dal cliente? : rimandare ai genitori che venire a chiedere aiuto è una scelta e una
risorsa; evidenziare che essere genitori in un mondo che cambia richiede di
trovare le parole, di affrontare le proprie emozioni, accogliendo e arginando
il senso di smarrimento. Il consulente deve essere consapevole che è necessario
aiutare la coppia genitoriale a
focalizzare il problema prioritario, trovare come parlare col figlio, spostarsi
dal cosa fare a come essere, dare un senso al punire. L’aspetto importante, da
espletare in equipe, è capire le
implicazioni giuridiche dei fatti raccontati, per partire da un dato di realtà.
Viene sottolineata in particolare il valore
dell’ascolto e dell’accoglienza di fronte a chi pone in un primo colloquio un
tema così coinvolgente, perché questo permetterà di offrire un luogo in cui si
possono mettere confini a questa angoscia perché se ne può parlare.
Su quali risorse
delle persone che chiedono
consulenza si potrebbe contare?
La
prima risorsa è il fatto che sono venuti in coppia, mossi dalla capacità di
mettersi in discussione, evidenziando che non si sono nascosti le cose fra
loro, invitarli a confrontare i rispettivi quadri valoriali e quelli della
famiglia, il significato che si dà ai soldi, al loro uso, al sesso, al senso di
una punizione, alla fiducia nella capacità di cambiare etc.
E come potrebbero essere attivate ?
Chiedendo
a loro di indicare quale atteggiamento potrebbe servire e confrontarsi fra
loro, verificando i sentimenti che li bloccano e quelli che li aiutano
nell’agire, cercando di attivare il loro adulto. Aiutandoli a verificare se per loro o per il
figlio ci sono gruppi di impegno in
questo campo nella scuola , nei gruppi che il ragazzo frequenta. Verificare la
possibilità che il tempo che passano col figlio sia per comunicare la loro
esperienza sull’uso dei soldi, sulla necessità di apparire piuttosto che sull’essere.
Renderli consapevoli che del problema fa parte anche la sorellina di 12 anni e
invitarli a prendersi cura di lei aiutandoli a capire cosa sta succedendo .
Come presenteresti in caso in Equipe
Raccontare
all’equipe il contenuto del colloquio, come sono arrivati a fare questa
scoperta, con quali emozioni l’hanno
vissuta, chi o cosa li ha spinti a venire in consultorio, come il/la consulente
ha vissuto questo colloquio, chiedendo all’equipe un riscontro di feedback e
l’integrazione per le connessioni relazionali e le eventuali conseguenze legali.
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